venerdì 16 agosto 2013

OPERA DEI PUPI




Con l’istituzione delle Feriae Augusti volute dall’imperatore Augusto nel 18 a.C., si creò il primo lungo periodo di riposo estivo dopo le fatiche della coltivazione dei campi e della mietitura. In tutto l’impero venivano organizzate corse di cavalli e gli animali da tiro venivano dispensati dai lavori agricoli e agghindati con fiori. I cittadini romani erano ancora più invogliati ad utilizzare le terme ed i balnea ubicati su tutto il territorio. Svaghi e celebrazioni del mese Sextile, in seguito, in suo onore Agosto, si raccontano rilievi e oggetti di vita quotidiana.Speriamo che il progetto pilota Provvidenza non sia un capriccio per accontentare l’Augusto di turno.


Descrizione isolato

Facendo un raffronto tra il catastale attuale e quello storico del 1878 si nota che sostanzialmente non è cambiato nulla.La differenza consiste semplicemente nella suddivisione di due particelle l’accorpamento altre due e l’annullamento dell’identificazione di tre cortili (una scala esterna).La particella 28, dove insisteva il teatro dell’opera risulta unica con quella del forno, e lo stesso risulta in quella del catastale storico del 1878 che è la 5477La part. 31, che nel catastale del 1878 è segnata con il 5475, è una costruzione, che nelle superfetazioni, anche di un passato recente, ripetono un interessante e particolare esempio architettonico, con la non solita facciata inscritta fra gli avancorpi laterali che racchiudono il terrazzo centrale. poco conosciuto o meglio ignorato dai nisseni, perchè nascosto , ma tipico nisseno che trova, forse, nel palazzo Cosentino e nel Palazzo Tumminelli Paternò gli esempi migliori Le partt 18
e 19, già part 5482, dove il cortile interno è graffato con la stessa particella, rappresenta la costruzione d’angolo tra le vie Ajala e Girgenti, mentre la scala d’accesso, che ha la prima rampa esterna era segnata con la part. 5465.
Questa, costruzione, originariamente ad un piano, oltre al piano terra , la scala esterna con il portone su via Aiala, addossata alla parete.L’isolato che si vuole abbattere, perché considerato fatiscente, in quanto osservato superficialmente, e notando solo il degrado al quale le stesse amministrazioni lo hanno condannato.Se lo osserviamo, superficialmente, a prescindere le indiscutibili tracce di abbandono e di degrado (crolli di tetti, intonaco ecc) al quale è stato volutamente relegato, si possono invece notare le caratteristiche particolari dell’impianto originario, che merita analisi e ricerche approfondite. Guardando con attenzione il catastale, si evince chiaramente come l’isolato sia diviso nettamente in due tanto da far pensare che originariamente le particelle da 22- a 32 dovevano probabilmente formare un unico complesso.Non a caso l’accesso alla part. 31, che si trova prospiciente la via Mazzini, ha l’accesso direttamente dalla part. 28 su via Girgenti.Inoltre osservando che caratteristiche architettoniche, si nota che queste particelle hanno una caratteristica comune, originaria e/o riproposta, delle aperture ad arco scemo, sulle quali sono state aperte successivamente altre aperture, anch’essa ad arco scemo. Necessarie a mantenere la quota, considerato il dislivello orografico.È possibile che le particelle angolari (32, 30-29, 22 con parte della 23 e25) quelle perimetrali lato via Firenze (27 e pertinenza, 25 e parte della 26), fossero originariamente cortili-giardini, dei quali sono rimaste ancora le tracce leggibili nei catastali.
La part. 28 e 31, che rappresentano quelle principali, delle quali non conosciamo il nome né del proprietario originario nè del progettista, ma per la tipologia possiamo datarla intorno alla fine del 1500 e i primi del 1600Le costruzioni originariamente dovevano essere ad una sola elevazione (piano terra) utilizzate come magazzini, e qualcuna con anche un piano rialzzato (coincidente con la parte finale della part. 28 e la parte contigua della pat.26.La costruzione ci rappresenta in modo completo il suo organismo iniziale che non è mutato sostanzialmente nei secoli, e per questo sono visibili delle aggiunte e delle superfetazioni, oltre a divisioni e accorpamenti.Questa costruzione può essere considerata come esempio di transizione tra il “baglio” medievale e la “casina” rinacimentale.Secondo la mia teoria, sono le prime costruzioni che si costruiscono a poca distanza dalle mura della cittadella araba Hisin al Giran (Zin Gari).Accanto, nell’isolato limitrofo, infatti troviamo la “torre” o “casa torre”, part. 39, con le feritoie rivolte a S e S-E, proprio verso la probabile cittadella.Sebbene la costruzione, alterata nel tempo, lascia trapelare una mancanza di continuità nelle singole parti, tuttavia gli elementi costituendi tale discontinuità non presentano notevoli dissonanze.La complicata disposizione delle varie parti dell’edificio e la mancanza di euritmia nella distribuzioni delle finestre che si aprono ad intervalli irregolari sulle facciate, lasciano ancora predominare la compatta superficie in muratura da cui deriva all’insieme l’aspetto chiuso e guerriero del baglio di difesa. Mentre le aperture del piano terreno, che come tutte le altre sono incorniciate da blocchi di pietra arenaria gialla e risultano iscritte in un arco scemo.
Da quello che si intravede, il materiale costruttivo che servì alla costruzione venne sicuramente recuperato da edifici in rovina e la pietra arenaria direttamente dal posto, (altrimenti il costo sarebbe stato troppo elevato);Le tantissime particolarità e stranezze dei quali il quartiere è straricco (dai cortili, scale esterne, mensoloni e blocchi ciclopici- che non possono essere identificati con i “catoi” o “dammusi” della povera gente, che già stentava a poter sopravvivere e pertanto non avrebbe avuto la possibilità economica di costruirsi un alloggio con questo tipo di materiale e dimensioni)..In questo isolato, originariamente poteva esserci un grande cortile interno, sul quale si aprivano locali voltati, con l’agilità delle sagome la proporzione assai slanciata delle membratureNel tempo attorno ai loggiati sono stati costruiti altri ambienti occludendoli, modificando così radicalmente il carattere della costruzione primitiva.Oggi, in quello che era il locale dell’opera dei pupi, vediamo uno spazio voltato con in fondo a destra una scala a chiocciola di legno che porta ai locali superiori, mentre a sinistra vediamo al centro dell’imposta della volta un varco rettangolare come una botola, che possiamo supporre essere un caricatore.Da queste tipologie si intuisce che detti locali non avevano uso abitativo, ma di magazzini.Sopra questo arco, a livello del piano di calpestio, dove si trovano due aperture ad arco scemo, che si affacciono su un aggetto (ballatoio) realizzato sicuramente negli anni pre guerra, con putrelle (lame) e voltine con ringhiera in ferro, che è stato utilizzato, probabilmente anche per il movimento dei pupi.Vediamo le tracce della copertura su questo spazio “cortile”, che sicuramente proseguiva fino alla strada, fino a quando le parti prospicienti le strade sono state sopraelevate e il tetto sul cortile è stato canalizzato con una “canalata” rivestita con piastrelle, colorate, al fine di evitare le infiltrazioni dell’acqua, e facilitarne lo smaltimento.Le caratteristiche che sono riuscito a recepire da alcune immagini e dai catastali, meriterebbero un indagine più approfondita da parte degli enti preposti, e a prescindere da “ricordi romantici” o da posizioni da “conservatori”, e non pensare solo alla demolizione.


Giuseppe Saggio




Nessun commento:

Posta un commento